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CASSAZIONE: DARE DEL 'FASCISTA' IN POLITICA NON E' REATO

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2007 19:50
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20/07/2007 17:14

Roma,

Non rientra nel reato di diffamazione l'accusa, tra politici, di essere 'fascista'. Lo ha sancito la Cassazione, annullando senza rinvio "perche' il fatto non costituisce reato", una sentenza della Corte d'appello di Catanzaro che aveva condannato un consigliere comunale di Crotone perche', nel corso di una seduta del consiglio, aveva qualificato il sindaco della citta' "fascista nel senso piu' deteriore della parola". Per la Suprema Corte (quinta sezione penale, sentenza n.29433), "la critica politica consente l'utilizzo di espressioni forti ed anche suggestive al fine di rendere efficace il discorso e richiamare l'attenzione di chi ascolta. Il limite all'esercizio di tale diritto e' costituito dal fatto che la questione trattata sia di interesse pubblico e che comunque non si trascenda in gratuiti attacchi personali". Con il termine 'fascista', rilevano i giudici di 'Palazzaccio', "non si fa altro che richiamare un'ideologia ed una prassi politica che e' stata in passato propria di molti italiani, che ha caratterizzato per un ventennio del secolo scorso il governo del Paese e che, peraltro, trova ancora oggi espliciti sostenitori". Sul piano politico, dunque, "con l'uso di tale termine si intende stigmatizzare - si legge nella sentenza - da parte degli avversari politici, un comportamento ritenuto arrogante ed antidemocratico, improntato cioe' a scarso rispetto nei confronti degli oppositori politici, oltre che reazionario nelle scelte di politica sociale". 'Fascista', quindi, secondo gli 'ermellini', "e' un termine che sinteticamente ed efficacemente consente di esprimere una valutazione complessiva sull'operato di un pubblico amministratore ed il giudizio negativo che sottende e' facilmente comprensibile anche per i comuni cittadini perche' l'esperienza del ventennnio scorso dominata dall'ideologia fascista e' ancora viva nel ricordo di molti italiani". Alla luce di cio', per la Cassazione, "non v'e' dubbio che tale termine non puo' essere considerato un 'argumentum ad hominem', ma deve essere ritenuto come espressione di una critica politica, certo assai aspra, ma del tutto legittima". Certo, "dare gratuitamente del fascista ad un comune cittadino e' offensivo - conclude la Suprema Corte - perche' mira a dipingere lo stesso come arrogante e prevaricatore, ma riferirlo a un politico che, peraltro esercita rilevanti poteri pubblici, e' espressione di critica perche' si paragona il modo di governare e di amministrare la cosa pubblica dello stesso ad una prassi ben nota ai cittadini".
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21/07/2007 19:50

ma riferirlo a un politico che, peraltro esercita rilevanti poteri pubblici, e' espressione di critica perche' si paragona il modo di governare e di amministrare la cosa pubblica dello stesso ad una prassi ben nota ai cittadini".


vaffanculo se mi dici queste cose devi togliere la scelba-mancino...
perchè se un politico può essere ufficialmente FASCISTA perchè non si può riorganizzare il PNF?
D:come cazzo ragiona la cassazione? R:all'italiana.
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La rivoluzione è come il vento.

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